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sabato 1 novembre 2014

La buona Novella

Il         lavoro
più       riuscito

Dice De  André: "Si era in piena rivolta studentesca e le persone meno attente, che poi sono sempre la maggioranza di noi, compagni, amici, intellettuali, pseudo intellettuali, coetanei, consideravano quel disco come anacronistico" per poi dirgli: "Ma cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi". De André da grande signore qual'era, rispose: "Non avevano capito, almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona Novella è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali".
Furibondi, 'sti 'qua continuavano cagneschi: ma come in pieno rivolta studentesca tu dedichi un album (concept) a Gesù Cristo: "Perché Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia!" rispose arrabbiato sul serio. La scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, fu quella che scelse e risultò la migliore, e il futuro prossimo, gli diede ragione.


















L'ign oranza,
è un bisogno
Un modo  questo per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi poi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth. La narrazione, introdotta da un Laudate Dominum, inizia raccontando L'infanzia di Maria. La piccola Maria vive un'infanzia terribile, segregata nel tempio ("dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"). L'impurità delle prime mestruazioni ("ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.
un'uomo in attesa, il destino di tutti 
Ne    Il ritorno di Giuseppe si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe. nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione. Il sogno di Maria riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano "là dove il giorno si perde", le dà la notizia della futura nascita di un bimbo. Il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai vangeli canonici riconosciuti dalla Chiesa. Al risveglio Maria capisce di essere incinta ("parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre") e si scioglie in pianto. La maternità inaspettata ("ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"), si esprime in Ave Maria, un omaggio alla donna nel momento del concepimento. L'opera termina con una sorta di canto liturgico che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, figlio di Dio
Il cuore di una madre, è un abisso in fondo al quale
si trova sempre un perdono
Ne Il testamento di Tito vengono elencati i dieci comandamenti, analizzati dall'inedito punto di vista di Tito, il ladrone pentito crocifisso accanto a Gesù. Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo. Per quanto riguarda la musica, la prima strofa comincia con la voce ed un accompagnamento di chitarra, per poi esplodere con un ensemble orchestrale di sicuro effetto musicale, un vero successo, sia culturalmente che filosoficamente. Quasi tutti non c'arrivarono 


Dalla letizia che traspare in Ave Maria il passaggio a Maria nella bottega del falegname è drastico: il ritmo dato dalla pialla e dal martello scandiscono il dolore straziante del falegname che costruisce la croce ("tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a disertare") con la quale il figlio di Maria ed i due ladroni verranno crocifissi. Infine sotto la croce stessa: "non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio". Questo aspetto è completamente trascurato dai Vangeli canonici. La via della croce è una delle canzoni in cui Fabrizio lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: "il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza". Questo nostro mondo, diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono quattro e i secondi quattro miliardi. Come si può essere ottimisti?